Gli effetti negativi del Coronavirus, le richieste e i cambiamenti previsti con la fase 2 di un comparto fondamentale per l’economia nazionale.

Quali sono stati i primi effetti del Coronavirus sui settori che hanno garantito la movimentazione delle merci durante la fase 1 e cosa cambia per l’autotrasporto con l’arrivo della fase 2? Scopriamolo insieme.

Trasporti e logistica: i dati di settori considerati pilastri dell’economia nazionale

È necessario ribadirlo: il settore dei trasporti e quello della logistica sono fondamentali per l’economia italiana. Con un fatturato pari a 85 miliardi di euro all’anno, 1 milione e mezzo di posti di lavoro diretti, 100mila imprese attive e un’incidenza sul PIL nazionale pari al 9% (dati 2019), questi settori sono di vitale importanza per il paese.

L’efficacia delle loro attività è stata ampiamente dimostrata anche in questi mesi di pandemia. Infatti, è solo grazie all’inarrestabile lavoro di imprese logistiche e autotrasportatori se in questo periodo di inattività totale è stato garantito l’approvvigionamento di supermercati, farmacie, ospedali e di tutti gli esercizi interessati dalla vendita di beni di prima necessità.
Ciò nonostante, si trovano ad affrontare difficoltà talvolta maggiori rispetto alle imprese che sono rimaste chiuse.

Nei mesi di marzo e aprile i dati del settore logistico sono decisamente negativi: 18 miliardi di euro di ricavi in meno, – 40% per il trasporto di merci su rotaie, – 20% per quello portuale, – 70% per il trasporto cargo aereo e -50% per l’autotrasporto.

A questi si aggiungono volumi di lavoro decisamente bassi a fronte di costi di lavoro comunque presenti e di mancati pagamenti dalle imprese committenti, duramente provate dagli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Inoltre, a differenza di altre imprese, che attraverso la sospensione delle loro attività hanno potuto eliminare alcuni costi fissi, le imprese logistiche e di trasporto hanno dovuto fare i conti con diverse uscite economiche. I loro magazzini sono rimasti aperti, gli uffici anche – per garantire l’organizzazione e la programmazione delle rotte – e parte del personale ha continuato a lavorare.

È per tutte queste ragioni che negli ultimi mesi Ivano Rossi, direttore di Confetra (Confederazione generale italiana dei Trasporti e della logistica) e diversi rappresentanti delle associazioni del settore hanno chiesto – in più occasioni – il sostegno del Governo.

Confetra e associazioni al MIT: le richieste di aiuto per le imprese logistiche e di trasporti

Durante un tavolo di confronto tenutosi al MIT nei primi giorni di aprile e in videoconferenza con le associazioni del settore, il ministro Paola De Micheli ha assicurato maggiori risorse rispetto a quelle di marzo – sia economiche che sanitarie – a favore degli operatori e delle imprese del comparto.

Nei giorni seguenti Ivano Rossi ha ribadito che le misure di sostegno messe a disposizione con il DPCM di marzo, quali ammortizzatori sociali e prestiti economici, non bastano a sollevare la situazione delle imprese del suo settore.
Servono misure ad hoc per evitare il crollo del fatturato, dunque: garantire l’accesso ad un fondo nazionale per rinvigorire le imprese, ridurre il costo del lavoro e consentire di incassare almeno il 50% delle fatture non pagate dalle imprese committenti attraverso un’operazione di factoring su scala nazionale.

Intanto, a seguito di diverse richieste, con il DPCM del 10 aprile e a partire dal giorno 14, il Ministero sblocca le consegne e i trasporti presso i magazzini di aziende industriali finora rimasti chiusi.

In attesa di ulteriori novità vediamo ora cosa cambia per il comparto nella fase 2.

Trasporti e logistica: le misure da rispettare nella fase 2

La fase 2 della lotta italiana al Coronavirus è cominciata: cosa cambia per il settore dell’autotrasporto?

Innanzitutto restano attive le linee guida UE dedicate agli autotrasportatori pubblicate il 25 marzo. Il Covid-19 non è stato ancora sconfitto pertanto bisogna continuare a rispettare le norme d’igiene suggerite dall’Unione.

Nei mesi della fase 1 l’ordinaria sospensione della circolazione dei mezzi pesanti (automezzi con massa superiore a 7,5 tonnellate) sulle strade extra-urbane è stata oggetto di diverse proroghe. Ci sono state revoche per i divieti di circolazione e deroghe temporanee delle norme in materia di tempi di guida e di riposo. Questa nuova fase però sarà caratterizzata da strategie diverse per ogni territorio europeo. La Francia, ad esempio, ha scelto di tornare alla normalità e di non rinnovare deroghe e revoche previste in precedenza. Sebbene non ci sia alcuna legge a riguardo, in alcune parti della Germania invece è stato introdotto l’obbligo di maschere facciali per gli autotrasportatori che lasciano la cabina. Insomma – prima di autorizzare un viaggio – le imprese interessate dal trasporto di merci internazionale farebbero meglio a informarsi.

Per quanto riguarda l’Italia, con l’articolo 7 del DPCM del 26 aprile, il Governo conferma le disposizioni previste nel “Protocollo di regolamentazione per il contenimento della diffusione del Covid-19 nel settore del trasporto e della logistica” (allegato 8) del 20 marzo. Altra conferma arriva per le “Linee guida per l’informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del Covid-19” (allegato 9).
In sintesi, le imprese logistiche e di trasporti devono:

  • informare i dipendenti circa l’uso e la gestione dei dispositivi di protezione individuale
  • sanificare e igienizzare, in maniera appropriata e frequente, i locali, i mezzi di trasporto e i mezzi di lavoro
  • laddove possibile, prevedere l’installazione di dispenser di idroalcolica ad uso dei passeggeri
  • produrre piani di turnazione aziendale per la predisposizione e la ricezione delle spedizioni, il carico e lo scarico della merce, con l’obiettivo di ridurre al massimo i contatti e di creare gruppi di lavoro autonomi e riconoscibili

Gli autisti devono inoltre continuare ad attenersi alle seguenti norme:

  • tenersi a distanza di almeno un metro da altre persone e – ove possibile – svolgere le attività lavorative indossando gli appositi dispositivi di protezione individuale e rispettare l’eventuale installazione di separatori di posizione
  • restare a bordo del veicolo in fase di controllo della merce e della documentazione di viaggio
  • nelle aziende diverse dalla propria, accedere ai soli locali di carico e scarico merce e – se necessario – scendere dal veicolo rispettando la distanza di almeno un metro dagli altri operatori e indossando i dispositivi di protezione individuali
  • nelle aziende diverse dalla propria, non entrare negli uffici; è consentito l’accesso ai soli servizi igienici
  • consegnare pacchi, documentazioni e merci evitando il contatto con il ricevente e laddove non sia possibile, consegnare la merce dotati di mascherine e guanti; è consentito il rilascio della merce senza la firma di avvenuta consegna

Infine, con la circolare n. 2807 del 30 aprile, il Governo modifica e indica quali sono le attività indifferibili che gli uffici territoriali della motorizzazione civile devono offrire all’utenza, già definite dalla circolare n. 2394 del 16/04. Alcune di queste sono autorizzate già partire dall’11 maggio, altre dal giorno 25.

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