Si presentano le prime difficoltà per il settore trasporto e un’imprevista apertura da parte del nuovo Governo a una manciata di ore dalle indicazioni sull’entrata in vigore degli obblighi di legge sulla fatturazione elettronica carburanti.

A preoccupare gli autotrasportatori è l’assenza di adeguati strumenti tecnologici a supporto dell’emissione della fattura elettronica: app e software per pc, dei quali dovrebbero essere stati dotati dall’Amministrazione prima dell’ufficialità del decreto.

Si tratta di un numero cospicuo di micro-imprese che lavorano in strada e non intendono affrontare l’ennesimo cambiamento senza supporti tecnologici mirati.

Per questo motivo hanno richiesto la proroga al 2019 e indetto uno sciopero di categoria martedì 26 giugno, poi revocato grazie all’intervento del Governo.

La richiesta è stata accolta, come ufficializzato da Di Maio qualche ora fa, con uno slittamento dell’obbligatorietà di solo 6 mesi. Fino a dicembre 2018, quindi, i benzinai potranno scegliere se certificare il rifornimento effettuato con la scheda carburante o con la fattura elettronica, senza rischiare sanzioni.

La proposta agevola anche le casse dello stato; le norme per la “doppia scelta”, infatti, determineranno un notevole risparmio: gli oneri si abbasseranno a 5 milioni e probabilmente saranno coperti grazie a una riduzione dell’erogazione di Fondi di riserva del ministero dell’Economia.

fatturazione elettronica carburanti

Cosa prevedeva l’obbligo di fatturazione elettronica per carburanti?

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 4 aprile 2018 stabiliva che l’acquisto di carburante (benzina o gasolio) per autotrazione presso distributori stradali doveva essere tracciato con una fattura emessa in formato elettronico. Per la detraibilità dell’Iva, inoltre, invalidava, salvo guasto dei dispositivi idonei, l’utilizzo dei contanti anche se in possesso di fattura.

Il semestre concesso garantirà a gestori ed enti preposti la possibilità di prepararsi e dotarsi di partite IVA idonee, in previsione dell’obbligo del 2019. Il nuovo governo va così incontro alle associazioni di categoria. Non resta che aspettare questi sei mesi e vedere quali saranno tempi e modalità di attuazione del provvedimento.

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