L’obiettivo di questa eco-tassa, ancora tanto discussa e mai attuata realmente, è quello di ridurre i danni ambientali e indurre stati e consumatori finali a preferire soluzioni più ecologiche e quindi meno inquinanti, ponendo, per la prima volta in maniera significativa, l’accento sul concetto di danno ambientale e responsabilità.
L’Unione Europea ha mostrato sin dalla sua nascita particolare attenzione alle questioni legate all’ambiente, introducendo la Carbon Tax per tutti gli stati membri e l’Emission Trading sul Carbonio, che differisce dalla Carbon Tax per il prezzo, variabile a seconda dell’andamento del mercato, e non fisso. In generale, l’importo da pagare cresce all’aumentare dell’inquinamento prodotto. Purtroppo al momento in Italia la Carbon Tax è rimasta solo una proposta realmente mai concretizzata, nonostante sia necessaria una rivisitazione dei regimi fiscali in fatto di carburanti da un punto di vista energetico e ambientale.
Con la definizione Carbon Tax si indica tra l’altro, erroneamente, il rimborso delle accise sul gasolio, agevolazione del tutto diversa, che prevede il recupero (per alcune categorie di veicoli ecc) della cifra spesa per le accise applicate al gasolio.
In Italia crescono le emissioni dannose: allarme Carbon Tax
Nel 2017 le emissioni di CO2 provenienti da combustibili e carburanti fossili sono aumentate quasi del 3,5%, un dato preoccupante che basterebbe da solo ad accelerare l’attuazione della tassazione di queste fonti. Purtroppo non è stato così; queste emissioni continuano a crescere contribuendo al riscaldamento globale.
È giunto il momento di dare una spinta al processo di sensibilizzazione del paese sulla questione ambientale e trasformare la Carbon Tax in un piano reale, applicato da tutti per il bene del territorio.